Young Scape
Di Davide Leone
Traiettorie Urbane è un progetto che ha luogo a Palermo e che si sostanzia in numerose azioni che utilizzano la città come luogo di esperienza e sperimentazione. Palermo è una città per molti versi diseducativa, figlia di uno sviluppo rapace e dissestato. Molte delle abitudini che si possono osservare in città sono una manifestazione di violenza. In questo non ci riferiamo necessariamente ad atti conclamanti e notevoli ma anche a piccole abitudini, a piccoli segni, che si incontrano nell’osservazione urbana.
In questo quadro tutte le azioni del progetto inseriscono i luoghi della città in una prospettiva nuova ed educativa. Tutto il progetto è un lungo esercizio di cittadinanza: serve ad allenare una consapevolezza in grado di incidere sulla città attraverso il protagonismo attivo dei ragazzi.
Il set di azioni del progetto non poteva prescindere da una robusta azione di mappatura. Questa azione, in linea con gli obiettivi del progetto, non è soltanto un’azione di conoscenza del territorio, è soprattutto un’azione educativa. Se da un lato lo sguardo degli esperti attivati dal progetto serve a svelare alcune storture, schizofrenie e disfunzioni della città, dall’altro lo sguardo dei ragazzi aiuta a comprenderne alcuni aspetti peculiari. In questo senso il progetto ha uno sguardo strabico sulla città, è una sorta di geco che muove gli occhi in maniera indipendente per vedere di più e meglio.
Per riuscire in questa impresa ciascuno dei due assi in cui ha luogo Traiettorie Urbane si è sforzato di definire una strategia interattiva di analisi. Questa strategia è partita dagli aspetti più tecnici e quantitativi. In questo modo si è definito un quadro di riferimento ed una conoscenza comune dei luoghi per raggiungere il punto di vista dei ragazzi, attraverso delle azioni di mappatura collettiva.
Gli aspetti più tecnici sono stati declinati attraverso la lente dei diritti, provando a valutare i contesti in termini di accessibilità e di attrezzature. In questo senso sono stati valutati aspetti fisici e territoriali, aspetti sociali e questioni riguardanti la dotazione di attrezzature. Tutte queste analisi hanno consentito, non soltanto di consolidare la conoscenza sullo stato di fatto ma soprattutto di definire un’area comune di azione, di creare un riconoscimento territoriale alle azioni di progetto, che altrimenti sarebbero rimaste degli eventi estemporanei.
La struttura dei due assi territoriali in cui si sostanzia l’azione di Traiettorie Urbane è profondamente differente, non tanto per i tessuti edilizi, che si incontrano ma per il ruolo che hanno i quartieri su cui insistono le azioni di progetto. L’asse territoriale che collega i quartieri Noce, Zisa e Danisinni è astorico. Nel senso che, pur trattandosi di 3 quartieri e tre borgate adiacenti non si sono mai sviluppati rapporti di interdipendenza, perché ogni quartiere intrecciava rapporti diretti con la città di Palermo. Ci troviamo, quindi, nella condizione di dover costruire una traiettoria urbana che non esiste.
L’asse territoriale che collega la Kalsa, Sant’Erasmo e Romagnolo ha una logica un po’ differente. In questo caso la traiettoria è già consolidata, perché i tre quartieri sono ordinati dalla linea di costa e propongono, dal punto di vista paesaggistico un forte elemento identitario comune inoltre si inanellano in una continuità spaziale che è storicizzata. Vale a dire che per entrare verso il centro storico di Palermo la traiettoria di questo asse è quella utilizzata nella quotidianità dai cittadini.
Un grande urbanista una volta disse che lo studio della città si fa con i piedi. Alcuni studiosi hanno senz’altro preso questa affermazione come uno sprone a far male il proprio lavoro ma la volontà dell’estensore della massima era quella di ribadire che lo studio della città non può non basarsi sulla osservazione diretta dei fenomeni attraverso un contatto intimo, personale e passeggiato con i luoghi. Per intenderci, seppur acuto, non basta mai uno sguardo omnicomprensivo, datistico e dall’alto dei fenomeni per conoscere una cità ma occorre viverli. Per capire un formicaio occorre essere, almeno un po’, una formica. In quest’ottica è stata disegnata l’attività di osservazione partecipata della città dei ragazzi. L’attività ha preso il nome di young scape ed è consistita in una sorta di flipped classroom.
Nell’attività, infatti, i ragazzi erano protagonisti dell’azione e guidavano l’equipe di Traiettorie Urbane alla scoperta dei quartieri. Chiaramente l’intento era solo parzialmente quello conoscitivo. Si trattava, infatti, soprattutto di un’attività dagli importanti risvolti educativi. L’espediente utilizzato per definire i luoghi di interesse era quello delle emozioni. Le passeggiate esplorative partivano, quindi, dalla scelta di una emozione ed uno degli studenti guidava il posto che per lei o lui rappresentava meglio la tale emozione.
Chiaramente l’espediente serviva a mappare un luogo ed a definirne le condizioni per cui era rappresentativo di un’emozione ma disegnava al contempo una traiettoria che portava in quel determinato luogo e faceva prendere coscienza alla ragazza o al ragazzo che guidava che il gruppo dipendeva dalle sue scelte e dalla sua narrazione. Questa attività ha costruito un set di luoghi e di traiettorie, di punti e di linee che sono stati immessi all’interno del palinsesto della mappatura ma ha anche generato una serie di osservazioni partecipate rispetto a ciò che è avvenuto durante i tragitti. Il laboratorio ha poi preso una forma narrativa, stimolando i ragazzi a costruire delle brevi storie ambientate nei luoghi incontrati nelle passeggiate e che avessero come sfondo una delle emozioni. Queste microstorie sono state poi messe in sequenza grazie ad un lavoro di gruppo.
Il punto finale dei laboratori di mappatura è proprio la presentazione alla quale assistiamo il 28 febbraio. In questo momento tutti hanno l’occasione di vedere i due assi territoriali come dei sistemi urbani fatti di reti e di relazioni, di emozioni e di risorse. I ragazzi possono apprezzare quanto la loro voce sia ascoltata e sia importante. Questa presa di coscienza è centrale ed è il punto di avvio di tutte le attività del progetto Traiettorie Urbane.
Ogni attività, da Segni ai Laboratori di street art, da Play Your Space a Crew propone il protagonismo attivo dei ragazzi nella reinterpretazione dello spazio urbano. A volte questa reinterpretazione approda ad una riconfigurazione dello spazio, a volte ad una modifica temporanea e dimostrativa, altre volta prova ad aiutare i ragazzi a reinterpretare la città, guardandola con occhi diversi ma si confronta sempre con lo spazio urbano e mette in evidenza il protagonismo dei ragazzi, li rende responsabili del loro ambiente. Tutto ciò sarebbe impossibile senza una opportuna attività di mappatura.
traiettorieurbane@gmail.com
“Traiettorie urbane” progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e cofinanziato da Fondazione EOS Edison Orizzonte Sociale.
Il progetto è stato ideato da CLAC ETS, Associazione Mare Memoria Viva e Fondazione EOS Edison Orizzonte Sociale. Realizzato in partnership con Centro Diaconale “La Noce” – Istituto Valdese, Cantieri Culturali alla Zisa ETS, Comunità di Danisinni ETS, Booq, SEND, Handala, U’Game, Edi Onlus, Cpia Palermo 1 – Nelson Mandela, IC Antonio Ugo, Maghweb e Ufficio del Garante dei Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del Comune di Palermo.